Che bella, candida e spumosa nebbia ... un parco di città,
che confina con orribili case anni sessanta
diventa teatro della rappresentazione di un sogno
dai colori spenti fuori e vivi dentro.
La scenografia non c'è più, almeno quella reale!
C'è solo il bianco dell'infinito, come in paradiso!
Manca solo una voce e la sua musica ...
( dedicata a Camillo Facchino, tenore, che ha condiviso con me l'anteprima di questa foto )
come sempre le tue foto sono molto profonde :)
RispondiEliminaComplimenti
Grazie infinite, Manuela!!
RispondiEliminaBella foto molto delicata, ciao Lalla e buon fine settimana, Angelo.
RispondiEliminaGrazie infinite, Angelo!
RispondiElimina