giovedì 11 luglio 2024

Gli ambientalisti della domenica



                             Resti di una piantagione di Agave a Gramvousa - Isola di Creta - Grecia


Ricordo una signora, una guida inviata a scuola per la visita d'un sito del WWF o giù di lì, luogo scelto non da me per una uscita didattica idiota. Ricordo la persona più che il sito stesso, e ho detto tutto. 

Purtroppo, dovetti sopportare la signora per tutto il tragitto. Mi crea problemi di stomaco viaggiare in pullman e anche alla tizia succedeva lo stesso, per cui finimmo affiancate, sedute dietro l'autista, in prima fila. 

Lei mi esaminò incuriosita per un po' ( probabilmente mi aveva già adocchiata al carico alunni sul pullman ) e poi, partì: " Certo, vestita com'è,  cara Prof. , non fa una bella figura ambientalista davanti ai suoi alunni: borsa in pelle, giaccone in pelle, scarpe in pelle, cintura in pelle ... ma non sa che vestirsi in pelle vuol dire ammazzare animali? E poi, porta i ragazzi al sito XYZ dove i dettami ecologici sono fondamentali!"

Io ascoltai e poi, con calma, risposi: " Questa uscita didattica mi è stata imposta, perchè  gratuita e ciò che costa poco o nulla è ritenuto più conveniente di ciò che ha un prezzo. Avrei scelto altro per i miei ragazzi! Vestire in pelle è la mia passione, ma questo riguarda solo me, non i miei alunni. La pelle, il cuoio, è naturale e sicuramente deriva da animali già morti per utilizzarne la carne, che per altro io adoro a discapito del tofu che mi fa schifo e mi fa venire le coliche. Inoltre, questi manufatti che indosso sono prodotti in Italia anzi, Made in Tuscany, come piace ai non cultori della lingua italiana. La Toscana è il regno della nostra pelletteria e dei nostri migliori artigiani nello specifico campo. Io acquisto da uno di loro direttamente, al giusto prezzo. Ha vari dipendenti in regola, tutti pellettieri provetti. I manufatti in pelle durano molto e, quando appaiono consumati, possono essere trattati col grasso o tinti nuovamente, quindi riutilizzati. Inoltre, eliminati in discarica, in un tot di tempo ragionevole saranno degradati o riciclati senza forte danno ecologico. Lei, signora, invece, tutta vestita di plastica dalla testa ai piedi ( pellicciotto finto, borsa e scarpe in plastica, cappellino lucido in plastica ... abito in poliestere ...  ) forse salverà una mucca ma riempirà l'ambiente di robaccia non degradabile che, nella sua breve vita,  sarà di dubbia qualità e durata. Almeno siamo pari ... e, per piacere, non parli di ecologia a un biologo specializzato in botanica applicata a problemi ambientali quale sono io, anche se faccio solo l'insegnante di materie scientifiche."   

Seguì il silenzio. Meno male!

Passati "millenni" da quel giorno, oggi leggo articoli che parlano del Made in XXXXX,  mascherato con nomi occidentali, che divora petrolio per produrre tessuti sintetici e capi da 3 euro l'uno ... e che con buona probabilità affama operai, magari  deportati dai luoghi di appartenenza e detestati perchè non "omologati" rispetto ai dettami governativi, pagati l'equivalente di pochi centesimi al pezzo prodotto a cottimo ( qualsiasi manufatto!! ). E questi manufatti arrivano nei negozi occidentali delle Grandi Catene che non cito, ma tutti conoscono e frequentano di persona e sul web perchè si spende poco! Meno sicuramente del Made in Italy. E quanti ce ne sono, di questi negozi e di queste catene e falsi brand occidentali, magari che vendono solo on line ... a cui tutti attingono, compresi gli ambientalisti della domenica, quelli che odiano le pellicce vere ma conoscono bene il pelo di poliestere ...  che sembrano non capire che forse il cotone un pò più caro è meglio del poliestere supereconomico,  basta che sia prodotto senza sfruttamento globale né dell'ambiente ( terra, acqua, aria ) né dei lavoratori. Si può! Per altre fibre e prodotti naturali vale lo stesso. E' mai possibile essere criminalizzati perchè si usa una pelliccia del 1970 che era della suocera o della mamma? E anche se uno se la fosse comprata? I tempi di Davy Crockett e le pelli del cacciatore sono lontani!

Vi sono persone di plastica dalla testa ai piedi, che poi vanno in giro a menarla con i cambiamenti climatici! Studiassero ... sapessero quanto inquina produrre il poliestere ... più del traffico in città!! E non dico smaltirlo! 

Il tessuto delle felpe di pile? Bottiglie in plastica riciclate!  E poi? Poi, la discarica!  La lana? Quasi eterna, riciclabile e degradabile!

Ma perchè plastica?  Meglio carta cartone e vetro per conservare!

Ho appena letto un articolo sulle accuse a una Grande Firma per motivi legati a come e dove vengono confezionati manufatti prodotti per loro da società XXXXXX con filiali in Italia e poi rivenduti a migliaia di euro nelle boutiques della Firma stessa ... tanto, chi deve controllare l'etica della produzione chiude tutto: occhi, orecchie e bocca. Disonesti.

Perchè non parlare a sfavore di certe produzioni? Perchè non agire rifiutando un certo mercato? Perchè non rinunciare a un abito da 20 euro costruito sul cottimo di poveri lavoratori e sullo smog da petrolio e carbone?  Perchè essere complici solo per "business"?  Almeno sapere !  Poi si sceglie, ma non si rompono le scatole e non si fa la morale a nessuno. A nessuno.

Comprare abbigliamento e accessori è diventato un dramma: quelli lì fanno lavorare i bambini, quegli altri deportano chi non vogliono tra i piedi e li chiudono in fabbrica, altri ancora fanno danni ambientali liberandosi in modo irragionevole di merce alterata o  invenduta ...  certi inquinano oltre misura sfacciatamente, come anche da noi fanno i delinquenti di alcune fabbriche! 

Ho conosciuto una ragazza con occhi a mandorla chiusa in un box, che assemblava pezzi di bigiotteria ... noi avevamo preso in affitto il box di fronte e la vedevo, seduta tra le scatole della merce, con una bottiglietta di acqua vicino  ( forse anche una confezione di merendine ) e la saracinesca alzata per 50 centimetri  ... magari era legata perchè non scappasse! 

Mi piacerebbe che chi compra fosse almeno consapevole e pensasse che il futuro non è solo stroncare l'allevamento di visoni, liberarli in natura facendo danni tremendi, ma anche che la felpa "di tessuto pile" che tiene ben caldo in inverno e la maglietta "sintetica non stiro" che puzza alla prima ombra di sudore resteranno a testimoniare la morte del nostro sistema ecologico globale, mentre le pecore resteranno non tosate e le piante tessili calpestate !



Resti di una piantagione di Agave ( fibra naturale, dolcificante, e altro ... ) a Gramvousa - Isola di Creta

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